L’osteopatia è una professione sanitaria (legge 3/2018) particolarmente giovane nata nel 1874 da Andrew Taylor Still, un medico americano che ha fondato la prima scuola di osteopatia a Kirksville (Missouri, USA) nel 1892. Da allora l’osteopatia ha conosciuto una grande espansione che continua ai giorni nostri. Approda in Europa in Inghilterra grazie ad un allievo di Still, John Martin Littlejohn che nel 1917 fonda la prima scuola osteopatica britannica la British School for Osteopathy ancora attiva.
In Italia l’osteopatia arriva molto più tardi dove, ad oggi, esistono numerose scuole private. L’Osteopatia è regolarmente riconosciuta in molti Paesi tra cui Inghilterra, Belgio, Francia, Finlandia, Svizzera e Portogallo.
Attualmente la professione di osteopata è una professione sanitaria riconosciuta dal SSN Italiano, ma l’inquadramento e la regolamentazione completa è ancora in divenire.
Tuttavia, anche se l’osteopatia non ha ancora trovato la completa collocazione in Italia,
questo non impedisce agli osteopati italiani di esercitare la libera professione in piena legalità nei loro studi privati o presso centri poli specialistici ed anche in cliniche e ospedali che ne riconoscono la validità e l’efficacia nel trattare svariati disturbi.
Il nome deriva dall’unione di “osteon” che significa osso e “pathia” traducibile come sofferenza.
L’ Osteopatia è una professione per la diagnosi ed il trattamento di patologie funzionali (non organiche di pura competenza medica) che rientra nelle cosiddette CM (Complementary Medicine – Medicine Complementari). Essa si basa sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, patologia, etc…), usa speciali tecniche manuali e non si avvale di farmaci o di strumenti elettromedicali.
L’osteopatia moderna è una tecnica terapeutica estremamente efficace per la prevenzione, la valutazione ed il trattamento di disturbi funzionali generati da traumi pregressi, posture scorrette, sforzi fisici intensi o stress, che interessano l’apparato neuro- muscolo-scheletrico, cranio-sacrale, circolatorio e viscerale.
Non pretende di sostituirsi alla medicina tradizionale ma con sapiente confronto e collaborazione può aiutare ad alleviare molte disfunzioni parallele derivanti da patologie che, a causa del loro decorso, debilitano e limitano il corretto funzionamento del corpo del paziente.
Per questo motivo il target d’utenza spazia dai neonati agli anziani ed a seconda delle problematiche del singolo individuo vengono adottate tecniche manipolative adeguate.
Alcuni motivi principali per cui rivolgersi ad un osteopata possono essere le consuete lombalgie, cervicalgie, sciatalgie e nevralgie varie, dolori causati da traumi più o meno recenti ma anche problematiche relative alla sfera viscerale come disturbi intestinali, urinari e ginecologici.
La visita si svolge con una prima analisi del soggetto effettuando domande mirate al motivo del consulto, una volta individuata la meccanica disfunzionale si comincia con la valutazione biomeccanica e dove necessario, riportare il corpo a libertà di movimento per
tornare ad una situazione di neutralità ed istintiva auto guarigione del corpo. Una volta finito il trattamento vengono fornite indicazioni all’assistito su come comportarsi per non incorrere più in quella problematica.
La presa in carico della persona quindi va dal momento in cui l’interessato racconta il
motivo scatenante del consulto, alla risoluzione di tensioni a carico di blocchi articolari o viscerali, a ciò che l’individuo dovrebbe/potrebbe fare per evitare di ritrovarsi nelle stesse condizioni di prima.
Quando non si raggiungono risultati significativi dopo tre sedute significa che, nonostante le disfunzioni trovare e liberate, l’osteopata non è più in grado di creare modifiche significative per quel soggetto e quindi va reindirizzato a medici specialisti.
Diversi pazienti si avvicinano all’osteopatia per passaparola seppur scettici ma il dolore è talmente importante e cronicizzato che ormai è l’ultima spiaggia.
In definitiva questa affascinante e complessa materia vuole permettere al corpo la libertà da ogni costrizione per farlo crescere nel miglior modo possibile se parliamo di neonati e bambini, per mantenere o ristabilire una mobilità perduta nel tempo se parliamo di adulti ed anziani.