Bomber d’acqua

L’età conta, eccome se conta, nella carriera di uno sportivo. Di fronte a migliaia e migliaia di atleti che, accumulato un tot di primavere, abbandonano l’agonismo per il divertimento, c’è chi mostra la sua vera forza: trasformare l’età da zavorra a nuova sfida da intraprendere. Di Roberta Bianconi, capitano della VetroCar Css Verona dal grande palmarès, facente parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro, si sa già molto in virtù della sua lunga carriera. Ha indossato le gloriose calottine del Setterosa, dell’Orizzonte Catania, del Pro Recco e pure dell’Olympiacos, vincendo a livello nazionale e internazionale.

Roberta, quali sono i tuoi nuovi obiettivi a questo punto della tua carriera?
«Fa ancora male la mancata qualificazione a Tokyo con la nazionale. Però ho deciso di riprovarci: Parigi 2024 non è così lontana e, anche se fa effetto pensare di arrivarci a 35 anni, posso giocarmi le mie chance per un posto in azzurro».
Mister Zizza a Verona ti vede come una chioccia per aiutare la crescita delle giovani, cosa ne pensi?
«Quest’anno sono anche capitano: so bene di essere sotto osservazione, ma credo che il modo migliore di dare l’esempio sia pensare di non esserlo. Essere me stessa può portare chi sa osservare a capire, molto più di tante parole».
Cosa deve sapere una giovanissima che inizia con la pallanuoto?
«Troverà la fatica, il bisogno di sacrificio, ma anche il divertimento e l’appoggio di una squadra. Il suo errore conterà, com’è giusto che sia. Ma avrà sempre qualcuno pronto a riportarla sulla barca».
In che modo hai conosciuto la pallanuoto?
«A Recco facevo sincronizzato e questo mi ha fornito alcune basi di nuoto. Quando ho capito che non avrei avuto possibilità di entrare in nazionale e in difficoltà nel conciliare sport e studio, ho deciso di seguire alcune amicizie. Ho così provato la pallanuoto a Camogli. Avevo 15 anni, tardissimo per cominciare, ma le cose mi venivano semplici e ho trovato la mia passione».

(leggi intervista completa su SdP n.70/2021 – pag. 90)