Orgoglio italiano, esempio Universale

L’estate 2021 resterà negli annali come uno dei momenti d’oro dello sport italiano: iniziando con gli smash vincenti di Matteo Berrettini, proseguendo con i gol dell’Italia targata Roberto Mancini, proseguendo con le medaglie e i record olimpici e paralimpici, fino ad arrivare al mondiale nella crono di Filippo Ganna e alla doppietta maschile-femminile agli Europei di pallavolo.
Con le loro performace gli Azzurri hanno illuminato la più incredibile stagione dello sport Made in Italy degli ultimi decenni.

Ci piacerebbe poter elencare tutte le vittorie e pubblicare tutte le foto dei protagonisti ma, per ovvi motivi di spazio, non ci è possibile.
Sia chiaro: ogni successo, ogni medaglia, ogni atleta e ogni storia ad essi legata ci hanno tanto emozionato. Sarebbe quindi ingeneroso stilare una classifica dei best of the best.
Ma dovendo scegliere un personaggio che raggruppi idealmente tutti i nostri campioni, senza dubbio la miglior testimonial per questa lunga cavalcata azzurra non può che essere lei, Bebe Vio.

La copertina realizzata con grazie all’esclusivo disegno realizzato dalla mano sapiente di Michele Luzi, ritrae l’urlo della campionessa veneta al momento della conquista della medaglia d’oro il 28 agosto scorso battendo in finale per 15-9 la cinese Zhou Jingjing.

Bebe è arrivata a Tokyo dopo un periodo non certo facile, contraddistinto da problemi fisici non banali. Ad aprile infatti ha dovuto subire un’operazione che ha messo in forte dubbio la sua presenza alla Paralimpiadi.
Ecco perché Bebe, subito dopo aver conquistato la medaglia d’oro, ha urlato al mondo, a modo suo: “Non so come cavolo abbiano fatto ad essere qui! Abbiamo preparato tutto in due mesi! Non credevo di farcela; perché ho avuto un’infezione da stafilococco che è andata molto peggio del dovuto e la prima diagnosi era amputazione entro due settimane (dell’arto sinistro, ndr) e morte entro poco. Sono felice, avete capito perché ho pianto così tanto? L’ortopedico ha fatto un miracolo, è stato bravissimo, tutto lo staff lo è stato. Questa medaglia assolutamente non è mia, è tutta loro!”.
Bebe ha sconfitto sfortuna, infortuni, avversari. Ha ‘demolito’ tutto ciò che ha provato a fermare la sua corsa verso la medaglia d’oro. Si è riconfermata donna e atleta con attributi mostruosi, un esempio unico dei quali dobbiamo, da italiani, essere fieri e del quale non dobbiamo e non possiamo parlare solo ed esclusivamente in occasione di grandi eventi sportivi.

Concetto che è stato ribadito lo scorso 15 settembre da Ursula von der Leyen durante il discorso sullo Stato dell’Unione al Parlamento europeo, al quale Bebe ha partecipato in veste di ospite d’onore.

“Una leader e una sostenitrice delle cause in cui crede” – ha dichiarato al Parlamento la Presidente von der Leyen – “che è riuscita a raggiungere tutto questo rimanendo fedele alla sua convinzione: se sembra impossibile, allora si può fare. La sua storia è l’emblema di una rinascita contro ogni aspettativa. È l’immagine della sua generazione”.
Un’immagine che deve essere d’ispirazione per chi, nello sport e nella vita, si trova ad attraversare momenti difficili, per chi vuole mollare senza lottare, per chi non vede la luce in fondo al tunnel.

“Se sembra impossibile, allora si può fare”. Lo dice Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio e quindi non abbiamo alibi: facciamolo e basta.

Alberto Cristani