Posture da gelo

Inverno, stagione molto dibattuta per le sue caratteristiche giornate di gelo grazie alle quali però si possono praticare innumerevoli attività sportive.

Molte persone per effetto del freddo sviluppano un istinto rettiliano che le porta ad assumere delle posture di difesa e protezione che possono portare facilmente a tensioni muscolari ed articolari che vedremo in seguito.

L’evoluzione tecnologica che stiamo vivendo è molto più veloce di quella del genere umano. Se ci vogliono solo sei mesi per essere “giurassici” sorpassati nel mondo dell’informatica ci vogliono milioni di anni per osservare una evoluzione significativa nell’essere umano. Capite bene come sia difficile per il nostro corpo adattarsi così velocemente ai cambiamenti.

Il cervello umano è suddiviso in rettiliano, limbico e neocervello.

Il rettiliano è il più antico e deputato agli istinti, alle pulsioni ed all’aggressività.

Il libico che ha un ruolo fondamentale per le reazioni emotive ed i processi di memoria.

Il neocervello è il più giovane e creativo per la ricerca di idee nuove e creatività.

Quindi, dopo questa breve filogenesi, possiamo capire come il nostro corpo si atteggi ancora come facevano i primitivi quando sentivano freddo. La classica postura a spalle alte e chiusura in avanti per proteggersi da vento e basse temperature poteva essere utile quando ancora non esistevano gli indumenti attuali. Oggi possiamo contare su materiali e tessuti che combinati fra loro ci proteggono come una seconda pelle senza farci percepire minimamente l’umidità o le basse temperature. In ogni caso ci basta solo sentire la punta del naso congelata o le mani fredde per metterci nella posizione “anti congelamento”. La contrazione muscolare di muscoli fasici (muscoli strutturati per il movimento a differenza dei muscoli tonici addetti alla statica) porta a contratture e blocchi articolari se mantenuta a lungo nel tempo.

Trapezio, scaleni, deltoidi, pettorali e tutti i muscoli del collo e della bocca si contraggono mantenendo quella posizione per lungo tempo ma ingiustificatamente. Il perpetuarsi di queste posture accentua tutte le problematiche già esistenti in ognuno di noi, basti pensare a stress, inibizioni lavorative o familiari o sociali ed alla difficoltà nella respirazione.

Già la consapevolezza del fatto che si possa sopperire alla mancanza di una pelliccia naturale come quella degli altri animali senza dover alzare le spalle si riesce a diminuire notevolmente l’instaurarsi di tensioni e problematiche come torcicollo, cefalee miotensive, formicolio alle braccia/mani e perché no anche d’effetto cardiaco e respiratorio.

Controllare quindi la postura delle spalle, soprattutto in questo periodo dell’anno, è molto importante visto che il freddo associato alla risposta istintiva del nostro cervello rettiliano tende a creare un atteggiamento ormai sorpassato grazie alla tecnologia degli indumenti.

Augurandovi una buona stagione invernale ricca di soddisfazioni sportive vi lascio con un piccolo accorgimento che vi può aiutare ogni giorno a combattere contro questo istinto: “Dove sono le mie spalle?”

Fatevi questa domanda più volte al giorno e vedrete che la maggior parte delle volte la risposta sarà: “Attaccate alle orecchie!”

Se così fosse non dovete far altro che prenderne atto ed abbassarle consapevolmente rilassando la muscolatura.

Meno tensioni più soddisfazioni!

Buona vita a tutti.